Fondazione Insieme Per La Vista



CATARATTA: VOGLIAMO GLI ANESTESISTI IN SALA OPERATORIA!
Dilaga in tutta Italia l'assenza degli anestesisti in sala operatoria durante gli interventi di cataratta. Un'epidemia che ormai colpisce tutto il Paese. Sono centinaia le azioni attivate dalla SOI Società Oftalmologica Italiana per la tutela e la sicurezza degli oltre 500.000 pazienti che si sottopongono a questo intervento ogni anno. Una battaglia che vede uniti oculisti e anestesisti.
Il nostro è un grido d'allarme - dice Matteo Piovella, Presidente della SOI e Consigliere della nostra Onlus - ma se non verremo ascoltati potremmo iniziare una battaglia mediatica per poter tutelare i cittadini italiani. Una iniziativa condivisa con il Sindacato dei Medici Oculisti e Ortottisti Italiani e che coinvolge anche l’Associazione degli Anestesisti e Rianimatori Ospedalieri Italiani.

Il Paese sta soffrendo della mancanza in sala operatoria degli anestesisti. E per la prima volta non è un'assenza dovuta alla scarsità di personale bensì ai tagli che le Regioni stanno facendo per poter risparmiare.
Gli anestesisti sono disponibili ma la dirigenza degli ospedali pressata dalla necessità di risparmiare ha deciso di non permettere più la loro presenza durante gli interventi di cataratta.
Oltre 500 mila persone si trovano oggi in condizioni di non sicurezza e garanzia quando si sottopongono a questo intervento.
La SOI Società Oftalmologica Italiana, insieme all'Associazione Anestesisti e Rianimatori Ospedalieri Italiani e al sindacato dei Medici Oculisti e Ortottisti italiani (ASMOOI), ha già verificato questa grave situazione e ne ha denunciato l'esistenza. Una nuova indagine evidenzia oggi una situazione a macchia di leopardo. Tutto il Paese presenta questa anomalia e gli effetti potrebbero essere dannosi per tutti fino ad impedire la regolare effettuazione dei 500.000 interventi programmati.
"La SOI - spiega Matteo Piovella - ha acceso la luce su un problema di importanza nazionale: i cittadini devono potersi sottoporre agli interventi sapendo che in sala operatoria vi sono i professionisti che li tuteleranno in caso di complicanze o situazioni difficili. E' un loro diritto esigere la figura dell'anestesista. Non è possibile che gli effetti delle scelte di politica economica adottate in questi anni nella sanità italiana ricadano sempre sui pazienti o sui medici. Invece di investire nella prevenzione e nello sviluppo delle eccellenza, la politica costringe le Direzioni Generali e le Direzioni Sanitarie degli Enti a fare ogni pressione possibile al fine di eliminare voci di costi che, in realtà, riguardano prestazioni sanitarie indispensabili per la garanzia dei cittadini. Una di queste è eliminare l'anestesista dalle sale operatorie. Sarebbe come sopprimere il computer e navigare a vista durante una tempesta su un aereo.
E che dire della possibilità di riutilizzare i prodotti monouso o la negazione all'accesso alle nuove tecnologie - conclude Piovella. - Sarebbe come chiedere ad un pilota di F1 di correre il Gran Prix di Montecarlo con le gomme utilizzate durante il circuito di Monza!!"
"Questa situazione ormai è inaccettabile - aggiunge Carlo Maria Villani, Presidente di ASMOOI - al punto di spingere centinaia di oculisti ed anestesisti ad attivarsi per il ripristino di condizioni adeguate ai livelli minimi di assistenza in primis per la tutela dei cittadini e secondariamente anche per la loro. E' un risultato da ottenere tutti insieme con una azione diretta nei confronti dei Direttori Generali e dei Direttori Sanitari che devono immediatamente fare quanto richiesto dalla legge al fine di adeguare gli organici per far fronte alla richiesta reperendo i Medici Anestesisti necessari".
A supporto di quanto affermato gli oculisti si stanno attivando per rendere disponibile un modello di richiesta che i medici oculisti potranno inviare ai loro Direttori Sanitari e ai Direttori Generali per chiedere il rispetto della legge e della loro professionalità ed un documento per i pazienti dal titolo “Voglio l'anestesista accanto a me”.
Se la situazione non dovesse cambiare, verrà lanciata la campagna “Per salvare la tua vista richiedi la presenza del medico anestesista”, utilizzando tutti i media che hanno già dato ampia disponibilità di affiancamento per superare questa criticità.

L’ APPROFONDIMENTO
Il medico anestesista in sala: le ragioni di una presenza obbligatoria

Il medico oculista, durante l’intervento, è impegnato in una prestazione estremamente complessa che necessita dell’impiego di entrambe le mani e di entrambi i piedi, che si svolge su un occhio in totale libero movimento e che, nell’immaginario collettivo, ormai viene incredibilmente paragonata alla chirurgia estetica con il conseguente obbligo di risultato. Come se non bastasse, il chirurgo è anche costretto ad eseguire l’intervento in tempi davvero minimi, più armonizzabili ad una competizione sportiva che ad una sala operatoria e non è nelle condizioni di occuparsi anche del monitoraggio e controllo sistemico intraoperatorio del paziente.
Nel nostro Paese non esistono figure sussidiarie a quella del medico anestesista che, nel nostro ordinamento, è un ruolo che non può essere svolto da nessun altro laureato in medicina e chirurgia che non abbia conseguito la specializzazione in anestesiologia e rianimazione. Pertanto, il medico di base o il medico oculista non possono in alcun modo sostituirsi al medico anestesista; Anche nel raro caso che il medico oculista fosse dotato della specializzazione in anestesiologia e rianimazione dovrebbe scegliere cosa fare: continuare a occuparsi dell’occhio che sta operando oppure interrompere l’intervento per occuparsi del quadro sistemico del paziente. L’interruzione dell’intervento solitamente si traduce nella perdita della vista nell’occhio che aveva in corso l’intervento e il nostro oculista trasformato in anestesista incorrerebbe in significativi problemi derivanti responsabilità professionale per il mancato risultato dell’intervento e senza avere una adeguata garanzia assicurativa.
Si deve sottolineare che in ogni caso qualsivoglia inadeguatezza organizzativa e strutturale non imputabile a scelte del chirurgo oculista in caso di evento avverso ricadrebbero nella sua diretta responsabilità di equipe.