Fondazione Insieme Per La Vista



Terapie intravitreali: i risultati del nostro sondaggio
I pazienti di maculopatia vorrebbero fare meno iniezioni per migliorare la loro qualità di vita e non pesare sui familiari.
Molti hanno avuto giovamento dalla terapia, la vista è migliorata nel 25% degli intervistati.

La nostra associazione ha lanciato lo scorso giugno un sondaggio tra i cittadini allo scopo di studiare soluzioni adatte al miglioramento della qualità della vita dei pazienti. Questo sondaggio si rivolge a chi soffre di maculopatia e in particolare cerca di analizzare l’impatto che la terapia con iniezioni intravitreali ha sulla qualità della vita e come viene vissuta da questi pazienti.

Al sondaggio hanno risposto 307 soggetti distribuiti nelle seguenti fasce d’età:
meno di 30 anni: 2 (0,6%)
31 – 40 anni: 17 (5,5%)
41 – 50 anni: 32 (10,4%)
51 – 60 anni: 54 (17,6%)
61 – 70 anni: 84 (27,4%)
71 – 80 anni: 76 (24,8%)
più di 80 anni: 42 (13,6%)

Le patologie oculari invalidanti riscontrate nel campione sono risultate: la degenerazione maculare senile (142 soggetti – 46,2%); la maculopatia miopica (100 soggetti – 32,5%); l'edema maculare diabetico (24 soggetti – 7,8%). I restanti 41 soggetti (13.3%) ha denunciato altre patologie oculari non trattabili con intravitreali.
Dalle risposte date al sondaggio, è apparso chiaramente che le terapie intravitreali che combattono le maculopatie hanno una forte incidenza sulla qualità della vita dei pazienti.
Un elemento di particolarmente attenzione è la frequenza delle iniezioni intravitreali: più della metà dei soggetti intervistati (166 soggetti – 54%) ha affermato che sarebbero meno in ansia se potessero sottoporsi a meno iniezioni intraoculari e 153 di loro (92%) sono certi che la loro qualità della vita potrebbe migliorare se questi trattamenti dovessero diminuire di numero durante l'arco dell'anno.
Un altro aspetto di grande rilevanza è che circa la metà dei soggetti intervistati (142 soggetti - 46%) preferirebbe non sottoporsi a questi trattamenti per evitare di pesare sull'organizzazione familiare (poiché la maggior parte di loro, nel momento in cui deve recarsi in ospedale per il trattamento, ha bisogno di essere accompagnata).
“Queste informazioni – commenta il Prof. Pasquale Troiano, Presidente di Per Vedere Fatti Vedere- hanno un significato molto importante per i processi organizzativi e le strategie di politica sanitaria”.
Infine due dati davvero confortanti: 130 soggetti (42%) hanno trovato molto beneficio dalle iniezioni e affermano che grazie a esse la loro vista non peggiora più; 78 soggetti (25,4%) testimoniano che la loro vista è certamente migliorata a seguito dei trattamenti intravitreali.